Defibrillatori nei luoghi di vita e di lavoro, un’avanzamento nell’educazione sanitaria.
Il DAE nei luoghi di vita e lavoro, legislazione, utilità e statistiche.
Arresti cardiaci in Italia:
L’arresto cardiaco, quasi sempre senza preavviso, può colpire chiunque e spesso persone senza una storia clinica di cardiopatia. In oltre l’80% dei casi il decesso è dovuto a una un’aritmia ventricolare, fibrillazione ventricolare (FV), tachicardia ventricolare (TV, che determina l’alterazione o perdita di funzione di “pompa del cuore” con il conseguente l’arresto della circolazione sanguigna.
Le condizioni sopra descritte sono molto gravi e rapidamente induco il “colpito” alla morte, se tempestivamente, pochi minuti, non vengono supportate le funzioni vitali interrompendo le aritmie, ripristinando in tal modo la circolazione. Gli esperti concordano nel ritenere che, per ogni minuto trascorso dall’evento, in assenza di soccorso, la percentuale di sopravvivenza si riduce del 7-10%. L’esperienza ha dimostrato che in caso di arresto cardiaco improvviso, un intervento di primo soccorso, associato a una tempestiva e adeguata defibrillazione (entro i primi 3 minuti dall’arresto), contribuisce a salvare oltre il 50% delle persone colpite.
Ciascun anno in Italia le vittime a causa di un arresto cardiaco sono all’incirca 60 mila e costituiscono il 10% dei decessi totali.
In caso di arresto cardiaco occorre attuare un duplice intervento che comprenda sia il massaggio cardiaco esterno (o rianimazione cardiopolmonare, RCP) per supportare la circolazione sanguigna, sia l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) o AED (Automated External Defibrillation) per la ripristinare una corretta o adeguata ritmica.
Il personale non sanitario adeguatamente formato e addestrato può utilizzare esclusivamente i defibrillatori semiautomatici esterni (DAE), che semplicemente guidano “l’operatore” nelle procedure di defibrillazione, esonerandolo dalla diagnosi che viene effettuata dall’apparecchiatura stessa.
Decreto Balduzzi, DM 388/2003, D.Lgs. 81/2008, società sportive e aziende.
Dal 30 giugno 2017 il D.M. Salute del 24 aprile 2013, noto come “decreto Balduzzi”, ha reso obbligatorio, nella la quasi totalità delle società sportive professionali e dilettantistiche, di dotarsi di DAE e dei relativi operatori addestrati negli impianti sportivi utilizzati. Per le normali attività di eduzione fisica svolte negli Istituti Scolastici questo specifico obbligo non sussiste, anche se ne consiglia l’installazione e la formazione del personale. Nella Scuola come in numerose aziende abbiamo persone a rischio e anche con patologie cardiache conclamate, per cui è scontata la grande utilità che ne trarrebbero gli utenti e i lavoratori.
Nel D.Lgs. 81/08 e ss.mm.ii. possiamo più volte leggere l’esistenza dell’obbligo a carico del Datore di Lavoro della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, dell’adozione delle adeguate procedure di primo soccorso, anche attraverso la consultazione del Medico Competente. Tutto questo ci inducono a pensare sia corretto dotarsi di questo vitale strumento.
Numerose sono le situazioni lavorative che possono indurre ad un arresto cardiaco: estremi sbalzi di temperatura, l’inalazione di gas tossici, forti situazioni di stress, sforzo fisico eccessivamente elevato, elettrocuzione e allergie. Questi sono alcuni fattori di rischio professionale, che giustificano la presenza del DAE e di personale con specifica formazione sulle tecniche di rianimazione BLS-D (Basic Life Support Defibrillation).
Cos’è un DAE
Il Defibrillatore Automatico Esterno, denominato DAE, ha la capacità di effettuare autonomamente la diagnosi del ritmo cardiaco, è un dispositivo medico in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l’arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare.
Dopo l’accensione, a volte automatica tramite l’apertura dell’apparecchio, e il posizionamento dei “Pad’s” o “elettrodi” sul paziente, il defibrillatore, in modo autonomo, analizzando il ritmo cardiaco, determina se sia necessaria la scarica/shock e, solo qualora lo stesso defibrillatore ne determini la necessità, pilota (mediante comandi vocali e luminosi) l’operatore al rilascio dello shock attraverso lo specifico pulsante. Il defibrillatore semiautomatico è considerato sicuro (ed è l’unico citato nella legislazione italiana), in quanto l’operatore che lo utilizza conferma la procedura di scarica, potendo quindi accertare le condizioni di sicurezza “ambientali” prima dello shock. Il D.M. Salute 18 marzo 2011, all’allegato 1, art. 2, comma d1 precisa che: «L’operatore che somministra lo shock con il defibrillatore semi-automatico (DAE) è responsabile, non della corretta indicazione di somministrazione dello shock che è determinato dall’apparecchio, ma dell’esecuzione di questa manovra in condizioni di sicurezza per se stesso e per tutte le persone presenti intorno al paziente”.
Chi può utilizzare il DAE
L’evoluzione tecnologica dei DAE e la derivante affidabilità, hanno indotto il legislatore a consentire l’utilizzo del DAE da parte di personale non sanitario (laico), in possesso di un’adeguata specifica formazione, certificando il tal modo l’idoneità dell’operatore nelle attività di rianimazione cardio-polmonare e BLSD.
La legislazione vigente, tra la quale principalmente la legge 3 aprile 2001, n. 120 «Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero» e il decreto interministeriale 18 marzo 2011, prevede che siano le Regioni e le Province autonome a disciplinare il rilascio da parte delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere dell’autorizzazione all’utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori semiautomatici (DAE) da parte del personale non ospedaliero. Con ulteriore circolare del 20 maggio 2014, il ministero della Salute ha imposto il mutuo riconoscimento della formazione tra le Regioni, prevedendo che «l’autorizzazione all’utilizzo del DAE ha validità su tutto il territorio nazionale». Dall’aprile 2018 son in corso, da parte della Regione Emilia Romagna delle procedure per l’accreditamento dei soggetti erogatori dei corsi Basic Life Support Defibrillation (BLSD) a favore di personale non sanitario (c.d. laico) non operante sui mezzi di soccorso o in generale in attività di assistenza sanitaria-
Controlli e manutenzione del DAE
I DAE devono essere sottoposti alle verifiche, ai controlli e alle manutenzioni periodiche secondo le periodicità previste dal manuale d’uso e nel rispetto delle vigenti normative in materia di apparati elettromedicali. Tutti i DAE devono essere mantenuti in condizioni di operatività; la batteria deve possedere carica sufficiente a garantirne il funzionamento; le piastre adesive devono essere sostituite alla scadenza.
In generale, i DAE non richiedono particolari competenze per verificarne periodicamente l’efficienza, in quanto eseguono degli autotest il cui esito è rappresentato in modo intuitivo per mezzo di display o spie luminose.
Chi può utilizzare il DAE
L’affidabilità dei defibrillatori DAE (sia per specificità che per sensibilità), che in modo automatico riconoscono la tipologia dell’aritmia e determinano o meno la necessità di intervento, ha portato il legislatore italiano a consentire l’utilizzo del DAE da parte di personale non sanitario, in possesso di una formazione specifica certificata nelle attività di rianimazione cardio-polmonare, denominata Basic Support and Defibrillation (BLSD).
La legislazione vigente, tra la quale principalmente la legge 3 aprile 2001, n. 120 «Utilizzo dei defibrillatori
semiautomatici in ambiente extraospedaliero» e il decreto interministeriale 18 marzo 2011, prevede che siano le Regioni e le Province autonome a disciplinare il rilascio da parte delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere dell’autorizzazione all’utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori semiautomatici (DAE) da parte del personale non ospedaliero. Con ulteriore circolare del 20 maggio 2014, il ministero della Salute ha imposto il mutuo riconoscimento della formazione tra le Regioni, prevedendo che «l’autorizzazione all’utilizzo del DAE ha validità su tutto il territorio nazionale». Fonte Guidelines American Heart Association