Endotossine: un rischio biologico occupazionale
Esposizione a endotossine aerodisperse: un rischio biologico occupazionale
La loro esposizione è comune in diversi settori (allevamenti zootecnici, trattamento dei rifiuti, lavori su acque fognarie lavorazione del legno e dei mangimi, ecc.) , ma risulta prevalente in ambienti caratterizzati dalla presenza di ingenti quantità di materiale organico la cui manipolazione contribuisce allo sviluppo di polveri organiche di cui le endotossine sono una componente biologicamente attiva. La problematica può coinvolgere settori meno “tipici” quali gli uffici. Il documento vuole richiamare l’attenzione verso questa tipologia di rischio per incentivare attività di prevenzione mirate.
L’esposizione a endotossine aerodisperse è stata annoverata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salutesul lavoro (Eu-Osha) tra i primi 10 rischi biologici emergenti a seguito dell’ampliamento della popolazione arischio e della segnalazione di effetti clinici più severi.
Tali indicazioni hanno spinto, negli ultimi anni, la comunità scientifica ad approfondire la problematica attraverso ricerche mirate e indagini ambientali, soprattutto per le categorie a maggior rischio espositivo, al fine di poter pianificare attività di prevenzione sistematiche.
L’inalazione di endotossine può indurre reazioni infiammatorie e tossiche a carico dell’apparato respiratorio causando febbre, tosse e alterazioni delle funzioni polmonari con complicanze respiratorie quali respiro affannoso e insufficienza toracica. In particolare, sono stati segnalati vari effetti avversi sulla salute e, tra questi, la sindrome tossica da polvere organica (ODTS), diminuzione del volume espiratorio forzato in 1s (FEV1), aumento dei sintomi asmatici. Esposizioni prolungate possono
avere effetti a lungo termine (es. bronco-pneumopatia cronica ostruttiva – BPCO) ed effetti letali conseguenti a shock settico e insufficienza funzionale di alcuni organi.
Fonte: INAIL scarica documento