Mascherine di comunità, riabilitate?
Idonee le mascherine di comunità se rispettano le seguenti indicazioni e requisiti.
Con l’alternarsi di momenti più o meno favorevoli al loro utilizzo, sostenute spesso dai meno esposti, che le individuavano come la miglior soluzione dal punto di vista igienico e di facile respiro, sono tornate nuovamente alla ribalta le mascherine di comunità. Dopo lo studio effettuato dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) i suoi parteggiatori tornano a farsi sentire.
Il 1° luglio 2020 sono state pubblicate le norme UNI/PdR 90:2020 nate dalla collaborazione tra UNI e il Politecnico di Torino per la definizione dei requisiti prestazionali e dei metodi di prova delle mascherine “generiche”. Fino ad oggi non esisteva alcun riferimento utile a valutarne le prestazioni filtranti e la respirabilità, pertanto l’UNI insieme all’ateneo torinese hanno messo a punto in tempi brevi le due nuove prassi di riferimento sulle maschere di comunità.
Parte 1 “Requisiti, classificazione e marcatura”, che fornisce i requisiti prestazionali, inclusi gli elementi utili per una loro classificazione e marcatura e indicazioni relative alla valutazione di conformità e Parte 2 “Metodi di prova”, con le indicazioni per l’uso di un metodo innovativo per misurarne le prestazioni filtranti mediante due prove distinte, ovvero l’efficienza di rimozione delle particelle e la resistenza all’attraversamento dell’aria.
UNI/PdR 90.1:2020 Maschere di comunità – Parte 1: Requisiti, tipologia e marcatura
La UNI/PdR non tratta i dispositivi di protezione individuali trattati nelle specifiche norme, linee guida e vigente legislazione in materia di sicurezza sul lavoro.
La UNI/PdR non tratta i dispositivi medici trattati nelle specifiche norme, direttive e regolamenti ad essi applicabili.
Essa inoltre fornisce gli elementi utili alla valutazione di conformità, all’etichettatura e alla marcatura delle maschere di comunità al solo fine di contenere la diffusione di una pandemia.
UNI/PdR 90.2:2020 Maschere di comunità – Parte 2: Metodi di prova
La prassi di riferimento specifica un metodo di prova applicabile alle maschere di comunità che permette di misurarne l’efficienza di rimozione delle particelle e la resistenza al flusso d’aria.
Il metodo di prova permette di valutare i requisiti di prestazione definiti nella UNI/PdR 90-1:2020.
Per maschere di comunità si intendono le maschere filtranti prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio, previste dal comma 2 dell’art. 16 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, coordinato con la legge di conversione 24 aprile 2020, n. 27.
Ad eccezione delle categorie di lavoratori che hanno bisogno di dispositivi medici o di protezione individuale, tutti i cittadini possono utilizzare le mascherine di comunità, così come indicato nel DPCM del 26 aprile 2020, considerate una misura indispensabile per contenere la diffusione del virus, pur non avendo le caratteristiche di dispositivo medico UNI EN 14683 “Maschere facciali ad uso medico – Requisiti e metodi di prova”, né di dispositivo di protezione individuale UNI EN 149 “Dispositivi di protezione delle vie respiratorie – Semimaschere filtranti antipolvere – Requisiti, prove, marcatura”. Fonte UNI e Politecnico Torino. Photo by Vera Davidova on Unsplash
Scarica: UNI PdR 90.1 2020 e UNI PdR 90.2 2020