Sicurezza alimentare in ambito domestico e materiali a contatto con gli alimenti
Numerosi sono i composti che possono entrare a contatto con il cibo attraverso i MOCA (materiali ed oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti), tra questi vi è il Bisfenolo A di alcune plastiche per contenitori e stoviglie, gli ftalati nel PVC delle bottiglie, il teflon delle padelle antiaderenti e l’alluminio per avvolgere i cibi.
É stato effettuato dal CeIRSA – Centro interdipartimentale di Ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare della ASL TO5 del Piemonte un sondaggio per valutare le conoscenze e la percezione dei rischi da parte dei consumatori nell’utilizzo dei materiali plastici che vengono a contatto con gli alimenti (MOCA) nella routine quotidiana.
Dall’indagine effettuata è emerso che al fine di conservare/scaldare alimenti, due intervistati su tre dichiarano sia di utilizzare contenitori appositamente acquistati che di ri-utilizzare contenitori riciclati che contenevano in precedenza altri alimenti.
I MOCA maggiormente ri-utilizzati in ambito domestico risultano le bottiglie di plastica (es. bottiglie dell’acqua minerale per conservare il vino), seguite dai contenitori per alimenti in plastica che contenevano in precedenza alimenti (es. vaschette del gelato per congelare l’arrosto, barattoli dello yogurt, vaschette di prodotti di gastronomia per scaldare altri alimenti) e dai sacchetti gelo (utilizzati più volte per congelare).
I MOCA vengono ri-utilizzati principalmente per conservare alimenti in frigo e in congelatore (es. vaschette e sacchietti), per scaldare pietanze in forno (es. vaschette in alluminio) e per conservare cibi in dispensa.
Un terzo degli intervistati lava i MOCA in lavastoviglie.
Quasi il 40% degli intervistati dichiara di non controllare se il contenitore che utilizza come MOCA reca il simbolo apposito (bicchiere e forchetta) di idoneità a contatto con gli alimenti, mentre il 25,5% non controlla se può essere utilizzato nel forno a microonde, il 57,2% non controlla se può essere utilizzato in congelatore ed il 53,3% non controlla se può essere lavato in lavastoviglie.
Gli abbinamenti più a rischio risultano la conservazione in frigo di alimenti aperti nella latta originale, seguono in misura minore la manipolazione di cibi grassi e olio con i guanti, la conservazione di sugo con pomodoro oppure sottaceti in vaschette di alluminio e la conservazione di alimenti molto salati in vaschette di alluminio. Tuttavia il 43,6% degli intervistati dichiara che non gli è mai capitato di fare uno degli abbinamenti a rischio sopraindicati.
Occorre sottolineare che i risultati sono probabilmente influenzati dalle modalità di reclutamento degli intervistati effettuato mediante il CeIRSA sito frequentato principalmente da addetti al settore alimentare.
È utile inoltre evidenziare, forse come possibile conseguenza del punto precedente, che il campione intervistato appartiene ad una fascia culturale alta (86% laureati), più della metà ha oltre 40 anni, il 70% appartiene al genere femminile e rappresenta omogeneamente tutta l’Italia.
MOCA
Sono definiti “materiali e oggetti a contatto con gli alimenti” (MOCA) quei materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti (utensili da cucina e da tavola recipienti e contenitori, macchinari per la trasformazione degli alimenti, materiali da imballaggio etc.). Con tale termine si indicano anche i materiali ed oggetti che sono in contatto con l’acqua ad esclusione degli impianti fissi pubblici o privati di approvvigionamento idrico.
I MOCA sono disciplinati sia da provvedimenti nazionali che europei.
Per quanto riguarda la disciplina comunitaria il Regolamento (CE) n. 1935/2004 (norma quadro) stabilisce i requisiti generali cui devono rispondere tutti i materiali ed oggetti in questione, mentre misure specifiche contengono disposizioni dettagliate per i singoli materiali (materie plastiche, ceramiche etc). Laddove non esistano leggi UE specifiche, gli Stati membri possono stabilire misure nazionali.
In particolare il regolamento stabilisce che tutti i materiali ed oggetti devono essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione e, in condizioni d’impiego normale o prevedibile, non devono trasferire agli alimenti componenti in quantità tale da:
costituire un pericolo per la salute umana
comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari
comportare un deterioramento delle caratteristiche organolettiche.
Al fine di garantire la sicurezza dei MOCA e per favorire la libera circolazione delle merci, nell’Unione europea (UE) vige una serie di requisiti legali e forme di controllo.
L’articolo 11 della Legge 30 aprile 1962, n. 283 demanda al Ministro della salute il compito di fissare con proprio decreto le condizioni, limitazioni e tolleranze di impiego per le sostanze che possono essere cedute dagli imballaggi, dai recipienti e dagli utensili ai prodotti alimentari.
Questa previsione è stata sostituita dall’art. 3 del DPR n. 777/1982 e, in seguito, dall’art. 3 del D. Lgs. 25 gennaio 1992, n. 108 riguardante l’attuazione della Direttiva 89/109/CEE concernente i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, che ribadisce la podestà del Ministro della salute, sentito il Consiglio Superiore di Sanità, di regolamentare i materiali e gli oggetti idonei a venire in contatto con gli alimenti.
Conformemente alle norme sopra indicate con il Decreto Ministro sanità 21 marzo 1973, sono stati disciplinati, i seguenti materiali:
materie plastiche, gomma, cellulosa rigenerata, carta e cartone, vetro, acciaio inossidabile.
Il DM 21 marzo 1973 è stato più volte modificato, sia su richiesta delle imprese interessate, sia per conformarsi a quanto stabilito nell’Unione europea; in questo caso nel titolo del provvedimento nazionale è citata la direttiva di riferimento in modo da riconoscere la natura dell’aggiornamento. Lo spirito della normativa si basa sulle cosiddette “liste positive” delle sostanze, che possono essere utilizzate nella produzione di tali materiali con le eventuali limitazioni e restrizioni, nonché sulle modalità per il controllo dell’idoneità al contatto alimentare. Fonte Ministero della salute e CeIRSA. Photo by kayleigh harrington on Unsplash